Se è vero che la battaglia alla quale si riferisce il titolo del romanzo di María Ligia Acevedo (alias Amali) vincitore del VII Premio Letterario Internazionale Indipendente per la narrativa inedita è metafora della vita, fra le sue pagine, in realtà, di essa non c'è che un'eco lontana; anzi, in senso stretto non vi è azione alcuna. Tiempos de batalla è infatti un romanzo essenzialmente introspettivo: il protagonista, che è anche l’unico personaggio, viene ritratto durante un monotono soggiorno in campagna, cioè in un momento di ritiro dai fragori della vita, in quello spazio di transitoria ed ipnotica irrealtà che definisce più la tregua che la battaglia.
Eppure la battaglia c’è ed è rovente. La solitudine, punteggiata da una voce incalzante che è poi espressione del personaggio stesso, ripropone al protagonista il ricordo di quando, in gioventù, emigrò dalla campagna alla volta della metropoli sospinto da un vago desiderio di progresso; ripresenta, della vita che nacque da quell'emigrazione, l’ansia alienante di dover lottare per costruire e mantenere una posizione nell’ingranaggio sociale quale condizione di sopravvivenza tipicamente imposta dal contesto urbano. Campo di battaglia è dunque, in prima istanza, proprio la città, intesa come scenario di competizione anonimizzante. Ma è anche, e forse soprattutto, la stessa coscienza del personaggio obbligato a rendere conto a se stesso di quell’impeto antico che lo ha portato ad abbandonare la povertà relativa della vita tradizionale per abitare l’olimpo del progresso: ne è valsa la pena?
Con una scrittura che fa della semplicità la sua cifra, Amali tratteggia la disillusione personale e privata come esito insperato della facile ingenuità che ha animato, e in parte ancora anima, un certo modo di intendere e di perseguire il progresso; un modo che sa di salvifica utopia e che pure non avrebbe tardato a dischiudere qua e là suggestioni d’infernale memoria. Tiempos de batalla è dunque il racconto attualissimo di una battaglia del nostro tempo, un romanzo che dà voce ad un sentire strisciante nell’occidente dei giorni nostri, in quel mondo cioè bipolare che lotta per mediare fra una crescita economica e tecnologica che alimenta la propria insaziabile categoricità e il restauro di forme di esistenza meno artificiali, più lente e prossime alla terra.
Alberto Asero
"Tiempos de batalla" è stato insignito del primo premio per la narrativa inedita dal VII Premio Letterario Internazionale Indipendente (Italia, 2019).
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