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IL LIBRO

Un padre cancella dalla propria vita il suo unico figlio appena tredicenne, scatenando una rincorsa in punta d’apnea lunga quarant’anni che si concluderà solo con la morte del padre stesso. La questione che in controluce affolla queste pagine - schiettissime, dacché l’autore è quel bambino non più bambino - è quella annosa delle radici del sé; questione affrontata qui, in negativo, a partire dall’abbandono e dal senso indelebile di sospensione e bilico esistenziali che, alla stregua di un destino, assurge a cifra di una vita intera. Sembra suggerire Christophe Vallée che il sé, checché ne predichino le retoriche iperemancipazioniste dell’autorealizzazione rampante, si declina anzitutto al passato, e non vi è gloria futura che possa tassellare le crepe di una staffetta storica e affettiva inceppata da un’assenza.

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L'AUTORE

El mal constituye el eje de la exploración literaria de Christophe Vallée (Francia): tanto el mal que alberga en el hombre (Un’infanzia rubata), en su carne y en su deseo (L’amante interdite), como el mal presente en la naturaleza (La nature) y en la historia (Le crépuscule l'aube). Doctor en filosofía por la Sorbona a tan sólo 23 años de edad, ha sido invitado por Jacques Derrida como docente en el Collège International de Philosophie (Paris). Ha vivido en la Gran Comora, Mayotte, Reunión, Mauricio, Hungría, Madagascar, India, Sudáfrica, Dinamarca y República Ceca. Es docente de filosofía en París. Un'infanzia rubata ha sido finalista en el Premio Literario Internacional Independiente (2019) y es su primera obra traducida al italiano.

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