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IL LIBRO

La metafora informatica, architettura di Linguaggio assembler, serve a Raquel Vázquez per punteggiare i passi di un percorso possibile di esplorazione e ricostruzione di un sé ripulito dall’illusione di sapersi comunicare. Ciò che l’autrice osserva è la natura velleitaria dell’aderenza, che pur supponiamo facile e ovvia, della rappresentazione linguistica all’esperienza personale ed intima del mondo, dell’espressione al sentimento. Il dramma è ben raffigurato dal concetto di asintoto. Ci sono ambiti dell’esistenza che, seppur esigano di esser detti, ben poco si prestano, in realtà, ad esser trascritti in parole, frasi e discorsi; ambiti avventurandosi nei quali ci si scontra invariabilmente con la sensazione frustrante di una distanza insuperabile fra “ciò che si vorrebbe dire” e “ciò che può esser detto”: Nessun asintoto al piano arriva / a tracciar ciò che non può esser detto. Confluiscono nell’indicibile tutte quelle regioni del comunicare in cui in gioco non c’è il dire ma il dirsi, tutte quelle situazioni che rinviano ad un comunicare non su ma di, e fra, soggetti. Ma non poter dirsi è esser chiusi dentro.

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Linguaggio assembler (Lenguaje ensamblador) ha vinto la VII edizione del Premio Letterario Internazionale Indipendente per la poesia edita.

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L'AUTRICE

Raquel Vázquez (Spagna) ha pubblicado le sillogi El hilo del invierno (Premio València Nova, Institució Alfons el Magnànim), Si el neón no basta, Lied de lluvia para una piel ausente (Premio de Poesía Granajoven), Luna turbia (Premio de Poesía Joven Gloria Fuertes), Pinacoteca de los sueños rotos y Por el envés del tiempo (Premio Poeta Juan Calderón Matador). Insignita del Premio Loewe a la Creación Joven, la sua raccolta Aunque los mapas sarà pubblicata nel 2020. È stata residente della Fundación Antonio Gala para Jóvenes Creadores (2014/15), dove ha lavorato al romanzo Chomolangma. Ha all’attivo due libri di racconti: La ocarina del tiempo e Paralelo 36. Con Linguaggio assembler ha vinto il Premio Letterario Internazionale Indipendente per la poesia edita.